La Madonna della Bruna a Matera – 2 Luglio

Le Leggende
Sono addirittura tre le leggende che si raccontano a Matera sulla Festa della Bruna.
Una di queste narra di una ragazza sconosciuta, apparsa ad un lavoratore della terra al rientro verso la città di Matera. La fanciulla chiese al buon uomo un passaggio sul suo carro e questi, dopo averla accompagnata fino alle porte della città, nei pressi della chiesetta di Piccianello, la vide trasformarsi in statua. La Vergine salutò quindi l’incredulo contadino sussurrandogli queste parole: “così, su un carro addobbato, voglio entrare ogni anno nella mia città”.
Una seconda leggenda sul perchè della distruzione del Carro trionfale, narra invece di un probabile assalto dei saraceni. I materani, per scongiurare il pericolo che le icone della loro profonda devozione e venerazione cadessero nelle mani degli aggressori, distrussero loro per primi il carro, evitandone il saccheggio.
La terza leggenda racconta invece che il Conte Tramontano, signore di Matera, abbia promesso alla cittadinanza di Matera tutto il necessario per lo svolgimento della Festa in onore della Santa patrona, persino un carro nuovo ogni anno. I materani per mettere alla prova il mal sopportato tiranno, assaltarono il Carro trionfale costringendo il Conte a mantenere la promessa fatta.
La Madonna della Bruna
E’ radicata nei materani la convinzione che il nome Bruna provenga dal colore bruno dell’immagine della Madonna presente nel Duomo. Il restauro però ha smentito tale tesi, infatti il colore è piuttosto chiaro e l’opacità era dovuta al fumo delle candele accese nella Chiesa Madre dai credenti nei secoli.
Il nome fu quindi probabilmente istituito da Urbano VI nel momento stesso in cui propose l’istituzione di questa festa (1389).
Gattini attribuisce invece al vocabolo “bruna” (che significa corazza) il significato di questo nome.
Per altri “bruna” sarebbe una riduzione dialettale di Hebron, città della Giudea dove la Vergine visitò Santa Elisabetta. Da qui l’altro nome meno usato di “Visitazione”.
Il Perché di questa data
Per tradizione, in accordo con i fatti evangelici della Visitazione descritti la Luca (Lc. I, 39-56).
Si legge infatti che Maria rimane presso sua cugina Elisabetta fino alla nascita di Giovanni Battista, attendendo probabilmente altri otto giorni per il rito dell’imposizione del nome. Accettando questo computo del periodo trascorso, la festa della Visitazione, di origine francescana (i frati minori la celebravano già nel 1263), veniva celebrata il 2 luglio, cioè al termine della visita di Maria. Sarebbe stato più logico collocarne la memoria dopo il 25 marzo, festa dell’Annunciazione, ma si volle evitare che cadesse nel periodo quaresimale.
La festa della Bruna venne poi estesa a tutta la Chiesa latina da papa Urbano VI per propiziare con la intercessione di Maria la pace e l’unità dei cristiani divisi dal grande scisma di Occidente. Il sinodo di Basilea, nella sessione del 10 luglio 1441, confermò la festività della Visitazione, dapprima non accettata dagli Stati che parteggiavano per l’antipapa.
L’attuale calendario liturgico, non tenendo conto della cronologia suggerita dall’episodio evangelico, ha abbandonato la data tradizionale del 2 luglio (anticamente la Visitazione veniva commemorata anche in altre date) per fissarne la memoria all’ultimo giorno di maggio, quale coronamento del mese che la devozione popolare consacra al culto particolare della Vergine.
Ancora oggi esiste in questa data la festa di Maria SS della Visitazione patrona della città di Enna e ciò dimostrerebbe la coincidenza di tale data con l’Ottava della festa di San Giovanni Battista.
Altre tesi vogliono far risalire le Celebrazioni del 2 Luglio a Matera ancora prima dell’istituzione della Visitazione avvenuta nel 1389, ma non sono disponibili documenti per avvalorare o meno questa tesi.
La Processione dei Pastori
La Processione cosiddetta “dei pastori” è sempre partita nelle prime ore dell’alba dalla Cattedrale per girare la città di Matera (i due quartieri dei Sassi). A partire del 1800 compaiono i primi due tamburi e poi due violini che accompagnano il Quadro della Madonna per le parrocchie e le principali chiese del Caveoso e del Barisano.
Rientrata la processione nella Chiesa Madre, ai congregati e ai suonatori veniva offerta la colazione.
La Storia del Carro
Dagli atti disponibili, risulta che il primo carro sia stato allestito nel 1690 dal falegname Leonardo Traietto (per l’ossatura) e sia stato decorato pittoricamente (molto probabilmente) da Don Leonardo Angelino.
All’inizio il Carro della Bruna doveva essere molto semplice, di carta dipinta, velluti e poche decorazioni. In pochi anni però, l’eco della festa crebbe moltissimo in tutto il territorio circostante Matera, di pari passo con i lasciti alla venerata protettrice che permisero, di anno in anno, di migliorare questa festa. Inoltre, nacquero nel territorio materano diverse scuole per fornire le giuste maestranze al lavoro della cartapesta, non è errato quindi considerare il Carro Trionfale una vera e propria opera d’arte.
Precisiamo che nei periodi bellici o per cause di forza maggiore, ci sono eccezioni nel completamento o nella realizzazione del Carro.
I Cavalieri durante la Festa della Bruna
Già nel 1698 compaiono per la prima volta dei soldati a cavallo, fatti venire da diversi paesi per scortare il carro. Questo provvedimento si era reso necessario in seguito al danneggiamento avvenuto l’anno precedente, della tela tessuta e poi pittata che addobbava il carro.
Poi negli anni si formarono due reggimenti: i Fucilieri di Montagna ed il Corpo degli Albanesi. A questi si unì il Corpo della Brigata. Ognuno aveva le proprie gerarchie, ma tutte le Forze erano riunite sotto il comando del Generale.
Per una decina di anni, fino al 1816, sono le truppe di Napoleone a prendere il posto della Cavalcata e a far da scorta.
Poi il compito andò ai gendarmi italiani, ai quali nel 1848 si unì la Guardia Nazionale.
Ovviamente negli anni si sono aggiunti alla scorta gli “uomini di buona volontà” che assicuravano la rottura del Carro Trionfale (da parte dei “vastasi” – così la gente del posto usa chiamare i ragazzi che assaltano il carro) in accordo con la tradizione, dopo la deposizione della statua in Cattedrale.
I Fuochi di artificio
L’elemento profano che compare per primo, nel 1605, è il fuoco d’artificio. Dai documenti storici si legge dell’acquisto di un rotolo di polvere. Lo sparo di una bomba carta come indicatore di festeggiamenti è stato utilizzato qui prima che in ogni altra manifestazione, e sarà stata introdotta nella festa per volere non soltanto del popolo, ma anche di sacerdoti e gentiluomini (coloro cioè che ne curavano le spese).
Sicuramente uno dei luoghi più comodi per poter ammirare i fuochi pirotecnici al termine della Festa della Bruna è dalle terrazze panoramiche del nostro Hotel.
